giovedì 31 maggio 2012

Meat...Wonder Woman!!


Ogni tanto mio nonno passava da casa nostra per recarsi all’ippodromo, a 4 isolati dalla 102esima strada, dove lasciava puntualmente una cinquantina di dollari scommettendo sempre sul cavallo sbagliato. Da bravo nonno nonché educatore mi portava con sé per insegnarmi a scommettere e a intraprendere la retta via verso il gioco d’azzardo! Mi faceva puntare sul cavallo che secondo me poteva vincere…mah!  A questo punto dovrei essere fortunato in amore perché non sono mai riuscito ad indovinare il cavallo vincente!

Mi ricordo una volta andammo al race track (come diceva mio nonno…)  e c’era un evento speciale: donne che lottavano nel fango!! Ripeto, …molto educativo. Una di queste guerriere amazzoniche era Wonder Woman!!!  Potete immaginare la mia gioia nel vedere la mia eroina preferita lottare per poi usare il suo lazo magico per farsi dire la verità dalla sua nemica! Sentivo gli uomini urlare, incitare Wonder Woman. Erano esaltati e questo confermava la mia convinzione che lei esisteva per davvero!  Ero felice nel vedere che anche  questi signori tifavano per  la mia eroina anche se non capivo perché doveva necessariamente lottare in un ring pieno di fango. Solo diversi anni dopo avrei capito perché erano eccitati…

Dopo questo evento imperdibile per entrambi,  mio nonno decise di portarmi al McDonald per mangiare il mio cibo preferito! Un hamburger senza ketchup e senza cetriolo e delle patatine fritte con la senape.

Mentre mangiavo questo panino, che all’epoca mi sembrava succulento e gustoso e masticavo le patatine unte e salate al punto giusto, raccontavo a mio nonno che Wonder Woman, nella sua vita aveva sconfitto anche la Donna Formica e altre sue nemiche! Lui annuiva ma in realtà stava pensando ad altro.

Oggi vorrei proporre una mia versione dell’:

Hamburger con le Patatine.
ingredienti:
300 g di Macinato oppure se vedi che l'Hamburger che ha preparato il macellaio è fresco puoi prendere anche quelle come ho fatto io
1 uovo
parmigiano grattugiato
uno spicchio d'aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
Sale e pepe qb










Poni tutti gli ingredienti in una ciotola e mescola con le mani.




















Rimodella le hamburger e ponile sulla carta da forno.


















Accendi una bistecchiera e metti le hamburger a cuocere a proprio piacimento.















Aggiungi del sale e del pepe.




Patatine:
Patate
La mandolina
olio














Lava e monda le patate.
Affettale con la mandolina per avere delle fettine sottili.














Ponile nel olio bollente senza sovraffollare la padella.















Nel impiattare aggiungi la guarnizione di tuo piacimento.













Enjoy!
-F






  

venerdì 25 maggio 2012

The Cream of the Crop!

Le festività in casa nostra si sentivano con due mesi di anticipo! Mia mamma tirava fuori il suo grembiule delle feste, mio papà faceva arrivare tutti i prodotti primari da altissima qualità dai suoi distributori che fornivano i nostri ristoranti. Le mie sorelle vicino ai fornelli con le fauci aperte come uccellini in attesa di assaggiare la crema o leccare la ciotola e le fruste dello sbattitore. Io non potevo per via di una mia allergia alimentare. Guardavo le mie sorelle con lo stesso sguardo pietoso che ha il gatto con gli stivali di Shrek. Le mie sorelle, con i musi sporchi di cioccolato o crema e con un sorriso da un orecchio all'altro andavano via soddisfatte. Io rimanevo in cucina, abbracciato al mio elefantino arancione a vedere mia mamma che apriva e chiudeva il forno, regolava le fiamme, sbatteva le uova, imburrava le teglie. Aveva creato un laboratorio di alchimia, dove mescolava pozioni magiche e tirava fuori dolci calabresi come la pitta con l'uvetta e noci, siciliani come i cannoli, nazionali come le pesche alla crema, americane come le coroncine di natale fatte con i cornflakes. Quanti colori! Quanti aromi! Vanilla, limone, cioccolato, alchermes, cannella, zucchero a velo! Con le mie sorelle davanti alla tv a guardare "Love Boat", io restavo in cucina ad ammirare mia mamma e lei mi guardava con sorriso. Mi posizionava la sedia vicino ai fornelli, mi dava un lungo cucchiaio di legno e mi diceva di girare questo liquido bianco che per magia si sarebbe solidificato. Ricordatevi che io sono quello che pensava che la gente in tv parlava direttamente con me attreverso lo schermo! Così rimasi lì ai fornelli, a girare questo cucchiaio in attesa di fare la magia. Dopo 5 interminabili minuti, avevo ottenuto il risultato! io con stupore iniziai a chiamare mia mamma dicendole di correre ai fornelli dove mi trovavo per farle vedere che anche io sono riuscito a fare il miracolo di trasformare liquido in solido!!! Cosi' come premio mi faceva ripulire il pentolino di crema alla vaniglia che le serviva per farcire i bigne'!


A questo ricordo vorrei presentarvi una ricetta a base di crema:

La Crema Catalana


Ingredienti:
500ml di latte (io uso il latte intero)
100 g di zucchero
25g maizena
4 tuorli d'uovo media (meglio bell'impasto per avere un colore più giallo)
2 pezzetti di cannella
la buccia di un limone non trattato, grattutgiato


Sciogli la maizena con un po di latte.


In una pentola aggiungi metà zucchero, il resto del latte, i due pezzi di cannella, e la buccia del limone. Porta ad ebollizione per sciogliere lo zucchero e fare amalgamare i profumi.

Spegni il fuoco e prendi i tuorli.
Sbatti i tuorli con il resto dello zucchero e aggiungi il latte con la maizena. (se noti che la maizena si sia un po' solidificato, dagli una mestolata e si riscioglie).
 Una volta sbattuto le uova, prendi un colino e filtra il composto di latte, zucchero, cannella e limone nella scodella con i tuorli sbattuti.



 Sciacqua il pentolino e rimettici il composto completo.



Metti a fiamma vivace e gira finche non diventa cremoso. Non farla solidificare troppo.


Una volta ottenuto una crema soffice, mettile nelle ciotoline e riponile in frigo.

Al momento di servire cospargi la crema con dello zucchero di canna (io ci aggiungo anche della noce moscata e se vi piace un po' di cannella in polvere) e con la fiamma ossidrica da chef inizi a caramellare, oppure metti la ciotolina nel forno a 200° con grill per 5 minuti.
Enjoy!
-F

mercoledì 23 maggio 2012

Creo il Nido!

Pasta all'Uovo

Per ogni cosa che si fa nella vita ci vogliono delle basi. Dei pilastri se vogliamo. Nella vita le basi sono costruite da concetti semplici ma fondamentali. I pilastri della cucina mediterranea si basano sui carboidrati e cioè sulla pasta. Ho avuto il piacere, crescendo in un quartiere del Queens (NY), popolato da italiani proveniente dal Sud del belpaese di entrare nella cucina di mia mamma, o della Signora GIuseppina, la nostra vicina di casa, e di vedere queste donne di carattere forte impastare con determinazione mettendoci tutto l'orgoglio nel fare qualcosa che le facesse sentire, anche se solo attraverso la fatica, più vicino a casa e alle loro mamme. Voglio anche io, nell'impastare, sentirmi più vicino a mia mamma a questo dono prezioso che mi hanno dato, essere di cuore americano ma di sangue italiano.
Ingredienti:
1 uovo (meglio bell'impasto)
100 g di farina
un pizzico di sale (il famoso q.b.)



Preferisco usare il tavolo piuttosto che una ciotola in quanto si riesce a lavorare meglio. Versare la farina sul tavolo e con la mano creare un cratere. Rompere l'uovo e mettere il sale. Con la forchetta inizi a sbattere l'uovo e piano piano incorpora la farina.


Una volta che hai incorporato un bel po di farina, puoi lasciare la forchetta e inziare ad usare le mani.


All'inizio ti ci vorrà un' pò più di tempo ma è solo una questione di esercizio e pratica. Quando l'impasto è ben compatto (se occorre, aggiungete farina durante la fase dell'impasto) copritelo con della pellicola e lasciate riposare per 20 minuti circa.  
Adesso puoi inziare a stendere la pasta. Taglia un pezzo di impasto con un coltello e mettilo nella macchinetta. Parti sempre dal numero 1 e gradualmente porta la sfoglia della pasta al nuero che desideri. Per i tagliolini preferisco il numero 9.


Man mano che procedi, ricordati di spolverare la sfoglia con la farina per evitare che rimanga attaccata a se stessa oppure alla macchina, Una volta steso l'impasto, avrai ottuneto delle sfoglie.


Devi ripiegare queste foglie a mò di ventaglio, (ricordati la farina!!) e cosi con un coltello puoi procedere con il taglio dei tagliolini.


Sistema la pasta a nidi di rondine e lasciate riposare.

Per servire, basta fare bollire l'acqua, aggiungere del sale e buttare la pasta per 2/3 minuti.  Puoi condire con del semplicissimo burro e salvia.  Per i condimenti più complessi ci arriveremo gradualmente. Nei commenti vi prego di scrivere cosa ne pensate, se avete avuto difficoltà etc. Enjoy!!

martedì 22 maggio 2012

Italiano fino all'Osso!!!


In uno dei tanti nostri viaggi in Italia, dovemmo fare scalo a Milano. Avevamo diverse ore di scalo prima che partisse il nostro aereo per Crotone. All'epoca si trattava di un aeroplano bimotore minuscolo. I posti a sedere erano panche lungo la parete del velivolo e non le poltrone che troviamo adesso.
L'attesa a Malpensa era lunga così decidemmo di prendere un taxi e andammo in centro a Milano.
Verso l'ora di pranzo entrammo in una trattoria che ora fatico a ricordare. La scelta era tra la cotoletta oppure il risotto allo zafferano con l'ossobuco. I miei scelsero il risotto e l'ossobuco. Il nome, ossobuco, era buffo, non capivo il significato, tenete presente che avevo 6/7 anni e non parlavo italiano. Così ogni volta che pronunciavano il piatto mi veniva il ridolino. A questo punto so che state mettendo in discussione le mie capacità intellettive, lo so...(lo faccio anche io a volte!).
Insomma, il cameriere portò questa montagna di riso giallo e un pezzo di carne con un osso in mezzo ricoperto di una pappa non ben specificata ma coloratissima! 
Questa tavolozza di colori era meravigliosa! Il giallo dello zafferano nel riso, l'arancione dei pezzettini della carota, il verde del prezzemolo, oltre al nome anche questo piatto mi metteva allegria!
Mia mamma decise, una volta tornati a casa negli States, di riproporre il piatto. All'ora di cena, ci chiamò tutti, e io arrivai con la mia ranocchia in cucina e vidi tutti quei colori bellissimi nel piatto e mi disse che aveva fatto l'ossobuco... ovviamente mi misi a ridere per il nome di nuovo.
Da allora ho sempre associato l'ossobuco a qualcosa di allegro!

Oggi vi propongo la mia versione di:
Ossobuco in Gremolata:
Ingredienti:
1 ossobuco per persona (considerate un medaglione di 150g)
2 carote
2 coste di sedano
1 cipolla (io ho usato la cipolla fresca rossa di tropea)
1 bicchiere di vino bianco
1 tazza di brodo
3 cucchiai di polpa di pomodoro (a piacimento)
sale e pepe nero q.b.
50 g di burro






Gremolata:
1 limone non trattato (grattugiato)
1 testa di aglio
1 ciuffo di prezzemolo
1 fetta di acciuga (si può anche omettere)

 




Prima di inziare a cuocere, ricordati tagliare quella fascia intorno all'ossobuco cosi non ti si arriccia. Se ti piace, infarina l'ossobuco e fallo rosolare in un po' di olio (puoi anche non infarinare, ma io preferisco di si, mi piace la crosticina che si forma). Una volta rosolato aggiungi le carote, cipolla e sedano tagliato a dadini e il burro.







Fai imbiondire e intenerire il tutto. Occhio a non fare bruciare la cipolla!! Aggiungi il bicchiere di vino e fallo sfumare. Una volta sfumato aggiungi la tazza di brodo.
Dopo 10 minuti  di cottura aggiungi 3 cucchiai di polpa di pomodoro, sale e pepe.

 







Girate L'ossobuco di tanto in tanto.

Fai cuocere con un coperchio per altri 20 minuti.
Infine togli il coperchio per terminare la cottura aggiungendo le gremolata di aglio, limone e prezzemolo, e fai ristringere il tutto in modo da avere una crema per guarnire l'ossobuco.
Io ho guarnito il piatto con dei piselli freschi di stagione.
Enjoy!

domenica 20 maggio 2012

Piccato sia già finita!


Da ragazzino, io e la mia famiglia venivamo in Italia per trascorrere le vacanze e per visitare i nonni e gli zii materni.
Mia mamma preparava le nostre valigie con i vestitini più belli, scarpe lucidate, pantaloni stirati, camice inamidate e ovviamente il mio elefantino arancione. Mio papà ci accompagnava all’aeroporto e dopo il lungo bacio che lui le dava e i lunghi sghignazzi che facevamo io e mia sorella nell’assistere, imbarcavamo sul boeing 747.
Era sempre una grande festa in famiglia! Io non parlavo italiano ma miracolosamente noi bambini comunicavamo anche molto bene semplicemente gesticolando.
I miei nonni avevano anche una casetta in campagna con un frutteto composto di arance e limoni e una stalla con del bestiame. Era la prima volta che vedevo un campo enorme non a forma di campo da football, tutto coltivato con degli alberi che davano frutti, ma soprattutto animali veri che non facessero parte di uno zoo. Mucche, galline, agnellini popolavano questo giardino dell’eden nel cuore della Calabria.
I miei cugini correvano, saltavano, si infangavano, si arrampicavano sugli alberi. Io rimasi stupefatto da cotanta libertà perché stanne pure certo che se ti metti a correre per le avenue di New York l’unica cosa su cui potrai arrampicarti sono i tetti gialli dei taxi! I miei cugini mi guardavano e urlavano frasi in dialetto per me incomprensibili mentre penzolavano dai rami dell’albero, sorridevano e sembravano felici quindi intuii che mi stavano invitando a giocare con loro. Per la mia gioia e la disperazione di mia mamma, per la prima volta in vita mia, decisi di correre come un forsennato nel mezzo del campo cercando di imitare i miei cugini infangando le mie scarpe lucide, i pantaloni strappati alle ginocchia e la camicia sblusata. Ah! Quanta libertà!  Prendevamo i limoni dagli alberi e li lanciavamo uno addosso all’altro come fossero bombe a mano, correvamo intorno ai cespugli fino a che non decisero che sarebbe stato simpatico nascondersi nella stalla.
Mi ritrovai di fronte a questo enorme portone di legno, inondato da un fetore fino ad allora a me sconosciuto. Avanzai timidamente  e al rumore che feci calpestando la paglia che ricopriva il suolo, le galline si agitarono e iniziarono a sbattere le ali e a schiamazzare. Io rimasi pietrificato, ma volevo fare il coraggioso sapendo che i miei cugini erano là dentro, e così passo dopo passo mi addentrai ancora di più. Ad un certo punto alzai la testa e vidi una mucca enorme sopra di me che sbavava guardando diritto davanti a sé (in realtà c’era la staccionata che ci separava, ma per me poteva anche spezzare quelle doghe con la sua forza furiosa con l’intento di caricarmi per uccidermi…povera ingenuità!) Scappai urlando dalla stalla in cerca di mia sorella, la mia protettrice che mi ha sempre difeso contro i più grandi!
Fu la mia prima esperienza ravvicinata con gli animali vivi perché fino ad allora li ho sempre visti incellofanati e in una vaschetta nel banco frigo del supermercato.
Quella sera mangiammo un pollo è chiesi se era uno di quelli che avevo visto nella stalla, mia nonna rispose di no, ma forse l’avrà detto per non scioccarmi…


La ricetta che vorrei proporre è Piccata di Pollo
La piccata è una fettina rosolata nel burro con succo di limone e prezzemolo, ma vi propongo una mia variazione.
Ingredienti:
4 petti di pollo
2 limoni
100 g di burro
1 peperoncino
1 bicchiere di vino bianco
Sale e pepe bianco q.b.
in aggiunto:
un po' di farina per infarinare i petti (se ti piace)
un filo d'olio in padella




Infarina le fettine di petto di pollo e ponile nella padella che avrai scaldato con un filo d'olio.

Fai rosolare le fettine da entrambi i lati finche non saranno cotte.



Una volta cotto, sfuma con un bicchiere di vino bianco e aggiungi il succo di un limone e mezzo e le fettine dell'altra metà di limone, il burro e il peperoncino tagliato a pezzettini oppure sbriciotalo, aggiungi il sale e il pepe.

Fai ritirare leggermente. E impiattare.
Enjoy!
-F

Cavolo! che Buono!

Cavolo! Che Buono! 


Da bambino ero molto solitario. Giocavo con le mie cose e mi creavo il mio mondo fantastico.

Mi ricordo un giocattolino che avevo sempre con me, anzi due.

Il primo era il mio elefantino arancione con un gilet scozzese su tono marrone. Conosceva tutto di me, e la notte era lì con me a difendermi dai mostri che si nascondevano nel mio armadio. Era il mio migliore amico!

Il secondoo giochino era una rana legata ad un filo con delle ruotine sotto il suo corpo che trascinavo sempre con me in giro per casa. ad ogni suo movimento si muovevano anche gli occhi. Era buffissimo, cosi io correvo su e giù per il nostro salone, su quel parquet mentre mia mamma era in cucina a preparare il pranzo.

A metà mattinata andava in onda un programma che mi incantava, si chiamava "The Magic Garden" con due ragazze che cantavano, raccontavano barzellette e davano vita alle fiabe piu famose. A fine programma salutavano sempre tutti, chiamando i bambini per nome. Addirittura dicevano "Bye Frank! see you tomorrow!" Io rimanevo sempre pietrificato e pieno di stupore. Pensavo che effettivamente mi avevano visto che li guardavo! Mi guardavo intorno per vedere se qualcuno aveva testimoniato a questo miracolo tecnologico!!!

Mia mamma, da brava donna calabrese, aveva un pò cavalcato quest'onda e mi diceva " Se non mangi, Carole e Paula non ti saluteranno domani"...cosi riusciva a farmi mangiare qualunque cosa...persino il cavolo!!!

Oggi vorrei proporvi una ricetta con il cavolo verza un pò diverso da quello che faceva mia mamma, ma altrettanto buono.

Involtino di Cavolo

Ingredienti:

1/2 cavolo verza

200 g di macinato di manzo

100 g di cubetti di pancetta

2 scalogni

formaggio grattugiato

burro

sale e pepe (q.b.)

Prendi delle foglie di verza (6 foglie) elimina la costa e sbiancale emergendole per 5 minuti in acqua bollente e salato( le foglie ovviamente!), in modo tale che siano mallleabili mantenendo questo bellissimo colore verde smeraldo.



Una volta preparate le foglie mettile da parte.

Taglia lo scalogno a rondelline e metà della verza che è rimasta a striscioline.

In una padella aggiungi un filo d'olio e metti lo scalogno e la verza a rosolare. Fai cuocere a fiamma media aggiungendo un po di brodo oppure semplicemente dell'acqua in modo tale che la verza si liberi dall'amarognolo che ha di suo e lo scalogno non si bruci.

Ricordati sempre di assaggiare quello che cucini! Una volta che la verza si sia appassita puoi aggiungere i cubetti di pancetta e il macinato a fiamma alta. Aggiungi il sale e il pepe.

Quando tutto è cotto, metti un pò dell'impasto sulla foglia.


Per chiudere l'involtino, puoi usare dello spago da cucina oppure semplicemente ripiegare la foglia tenendo le estremità in fondo alla teglia cosi che con il calore del forno il fagotto si sigilla.

Poni gli involtini in na teglia ben imburrata e cospargi il tutto con del formaggio grattugiato (scusate per la qualità di questa immagine...)


Inforna per 12/14 minuti a 220°.

e avete il cavolo in veste nuova!


Io ho guarnito il piatto con del finocchio e cavolfiore gratinato.

Enjoy!

Melanzane Rolle'

Melanzane Rollè!!

Vi ricordate il film “Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco”? Beh la vita di un italiano in America non è tanto diversa. Da bambino sentivo dirmi: “ Da grande ti devi sposare un’italiana”, “ La vita in Italia è più bella che qui”, “ I valori italiani sono più sani di quelli di altre culture”, “ Non c’è posto più bello dell’Italia”, “ La cucina italiana è più sana di qualsiasi altra cucina al mondo”, etc.  Beh, i miei avevano ragione su quasi tutto. Solo che per loro, l’Italia era la Calabria! La Calabria è un posto incantevole,  senza dubbio. Un luogo incontaminato, con un contrasto violento di colori che va dall’aridità delle colline ai rigogliosi boschi della Sila, un mare cristallino e dei sapori decisi.
Nel film,  la piccola Toula, la protagonista, andava a scuola con la sua vaschettina di Moussaka (un piatto tipico della cucina greca a base di melanzana, carne trita e una copertura di besciamella gratinata, ma esistono milioni di varianti!) mentre le sue compagne di scuola mangiavano peanutbutter and jelly sandwiches, e queste ragazzine prendevano in giro Toula perché era diversa. Beh, devo dire che per fortuna i miei volevano che mi integrassi bene con i miei compagni di scuola e mi davano i soldini per comprare il pranzo alla mensa dandomi l’opportunità di mangiare cibi fritti, grassi e scaldati come tutti gli altri!
Essendo i miei calabresi, la melanzana comunque era sempre presente in casa nostra, ed io non avevo scampo! Mia mamma non mi faceva andare a scuola con la melanzana, ma me la faceva trovare a casa!!
Inizialmente non mi piaceva la melanzana. La trovavo ostile, tetra, tutta nera! Poi quella forma minacciosa! Invece è solo l’apparenza, perché una volta affettata si rivela bianca, compatta con dei semini vicino ai bordi curvi che sembrano dei sorrisi.

Io oggi vorrei proporre una variante della melanzana alla parmigiana.
Ingrediente:
Per la Melanzana pastellata:
1 melanzana
Farina
3 uova
1 ciuffetto di prezzemolo (se è di tuo gradimento)
olio
Sale e pepe q.b.

Per il ripieno
250g di ricotta
1 scamorzina
1 uovo
Formaggio grattugiata
1 ciuffetto di prezzemolo
Sale e pepe q.b.

Per la salsa
1 carota
2 coste di sedano
1 cipolla
1 barattolo di pelato
olio
Sale e pepe q.b.

Monda le melanzane e affettale in maniera sottile per lungo. La melanzana tende ad essere un po’ amara. Io tolgo l’amarognolo mettendo le fette in acqua fresca e cambiandola più volte. Ci vorrà circa una mezz’oretta per togliere quell’amaro.
Intanto puoi iniziare a preparare la salsa. Monda la carota il sedano e la cipolla. Taglia questi profumi a dadini e mettile a soffriggere in una pentola. (Attento a non fare bruciare la cipolla!!) una volta che cipolla si sia imbiondita aggiungi il pelato, il sale, pepe e fai cuocere a fuoco medio.
        
Torniamo alle melanzane…
Asciuga le fette di melanzane con un panno e infarinale. In una ciotola, aggiungi le tre uova, il sale e il pepe e se ti fa piacere anche il prezzemolo tritato. Metti dell’olio in una padella larga e metti la padella sul fuoco alto. Passa le fette di melanzane infarinate nell’uovo e metti le fattine a friggere fino a che non siano belle dorate.
Intanto accendi il forno a 200°

   
Una volta terminato questa fase, andiamo a preparare il ripieno.

In una ciotola, metti la ricotta, la scamorza grattugiata, il formaggio grattugiato, un uovo, il sale, il pepe e il prezzemolo tritato. Gira il tutto creando un bel composto omogeneo.
Adesso procediamo a preparare il rollè. Metti un po’ di composta al bordo della fettina di melanzana fritta e rolla la melanzana. Se vuoi puoi legare il rollè con un filo di erba cipollina.
Torniamo alla pentola di salsa, che sicuramente avrai controllato e girato…vero?!
Prendi una teglia e ricoprila con una strato di salsa e un filo di olio. Poni i rollè nella teglia e ricopri i bordi dei rollè con la salsa così non si brucia.
Inforna per 12 minuti.
Enjoy!