martedì 16 aprile 2013

Ci Vuole Fegato Per Affrontare la Vita!





Annodo la cravatta al collo, sistemo la tunica verde e bacio i miei genitori prima di uscire di casa raccomandandogli di non arrivare in ritardo, almeno in questa occasione.
Mi metto in macchina e tutto ad un tratto penso alla mia vita fino a quel momento, ma soprattutto a cosa avrebbe in serbo il futuro per me. Era arrivato il giorno di salutare i miei amici, i miei professori, di impugnare il diploma e guardare avanti.
Entro nell'atrio della palestra della scuola dove tutto è stato allestito per festeggiare il giorno del diploma e vado verso i miei amici.
C'è un'aria elettrizzante, la banda che accorda le note dell'inno al diploma, le Preside che riguarda gli appunti del discorso, i genitori che iniziano ad entrare e a prendere posto negli spalti e noi diplomandi a sistemare il tocco (il cappellino quadrato) in capo con la nappa posizionata sulla destra. Tradizione vuole che una volta ricevuto il diploma in mano la nappa del tocco si sposta da destra a sinistra.
Mi guardo intorno, ma i miei non sono ancora arrivati. Non possono perdere questo momento. Non sono venuti alle mie recite, non sono venuti alle mie partite, ai miei saggi di pianoforte, ai miei combattimenti di karate, ai miei saggi di danza, ma al mio diploma dovevano esserci. Mi stavo già agitando. Giravo la testa come un gufo a 360 gradi perlustrando tutta la palestra. Iniziavo a sentire lo stomaco annodarsi. Parte la musica ma loro non li vedo. Mi sento come se avessi gli organi interni aggrovigliati. Vengo inondati da mille pensieri....dove sono loro?...dove sono io?....che farò?...in quale college andrò...i miei stanno parlando seriamente di trasferirsi in Italia...come mai stanno tardando?...
La preside inizia a chiamare i nomi dei diplomanti invitandoli a salire sul palco a ritirare la pergamena.
Ecco finalmente vedo entrare i miei, tutto d'un tratto mi tranquillizzo. Riprendo il controllo, ma capisco anche quanto siano importanti i miei genitori per me. Quanto ci tengo a vedere che loro siano fieri.
E' arrivato il mio momento di ritirare il mio diploma. Faccio un respiro e mi avvio verso il palco dando il high-five ai miei amici che si trovano lungo il percorso. Salgo sul palco e mi abbraccia la preside, mi avvicino al microfono e ringrazio i miei professori, i miei amici e i miei genitori. A dire il vero avrei voluto fare il discorso da notte degli Oscar portando un sorriso a qualcuno e una lacrima a qualcun altro ma eravamo in 500 a diplomarci e non ci sarebbe stato il tempo per fare la carrellata di ringraziamenti ne di alzare il diploma e lo sguardo verso il cielo, così scesi dal palco impugnando questo diploma.
Adesso arriva il momento di tirare fuori il coraggio e iniziare a vivere la vita con consapevolezza!

Oggi vorrei proporre un piatto di Fegatini di Pollo con i Peperoni:

Ingredienti:
Una Vaschetta di Fegatini e Cuori di Pollo
1 Cipolla di Tropea
2 spicchi d'Aglio
1 peperone rosso/verde
4 foglie di alloro
1/2 bicchiere di Vinsanto
1 bicchiere di vino bianco
olio
Sale e pepe qb




 






Fai rosolare la cipolla tagliata a pezzetti insieme all'aglio in una casseruola con dell'olio.











Una volta che hai fatto imbiondire la cipolla, aggiungi i fegatini.










Fai rosolare i fegatini a fiamma alta girando delicatamente per 5 minuti. Aggiungi un bicchiere di vino bianco e l'alloro, abbassa la fiamma e cuoci con il coperchio.











Nel frattempo, tagli il peperone a quadretti in maniera grossolana e falli rosolare in una padella con dell'olio a fiamma alta.









Una volta che i peperoni sono cotti, aggiungili ai fegatini, insieme al sale e pepe e al vinsanto.









Togli il coperchio, alza la fiamma e fai ritirare il fondo per circa 5 minuti.
Tempo di cottura totale 40 minuti.
Enjoy!!
-F




lunedì 11 marzo 2013

Non C'è Trippa per Gatti





Mia mamma era da sempre molto attenta alla linea e alle diete. Ricordo che preparava la sua borsa duffle con body, scarpe reebok fascia per capelli e asciugamano. Come Wonder Woman, mia mamma in un batter d'occhio si trasformava in Jane Fonda! Faceva corsi di aerobica, saltellando da una parte all'altra della sala a ritmo di " Let's get physical" di Olivia Newton John, con cavigliere e polsini. Faceva fatica ma ci metteva tutto l'impegno possibile immaginabile per mantenersi in forma.
Una delle ricette tipiche per la dieta di mia mamma era la trippa. Effettivamente la trippa è considerata una "carne magra".

Oggi vorrei proporre una variazione* della ricetta di mia mamma della Trippa.
(* mia mamma aggiunge le patate)






Ingredienti:
500g di trippa (si trova già lavato e cotto nelle vaschette dei supermercati)
pomodori freschi oppure due confezioni di pelati
una cipolla
due coste di sedano
2 carote
Peperoncino QB
Sale e pepe QB





























Prepara il mirepoix da soffriggere in una pentola. Il mirepoix è l'insieme di carote, cipolla e sedano tagliati a cubetti piccoli circa 2-3 mm. Una volta imbiodinta la cipolla, aggingi i pomodori oppure il pelato e fai cuocere a fuoco medio per 35 minuti.










Una volta che il sugo sia pronto, immergi il minipimer per creare un sugo più liscio e omogeneo. Aggiungi il sale, pepe e peperoncino.

Aggiungi la trippa tagliata a striscioline.











Fai cuocere per altri 15- 20 minuti a fuoco medio per far ritirare il sugo.
Servire caldo con delle fette di pane tostate.
Enjoy!
-F

lunedì 28 gennaio 2013

Durìn Durello!







Il freddo accompagna sempre raffreddori, febbre e mali di stagione.
In inglese si dice: "Feed a cold, starve a fever" che significa se hai il raffreddore allora l'importante è mangiare e nutrirti, mentre se hai la febbre, sarebbe consigliato non mangiare molto, ma bere tanti liquidi.
Mia mamma prendeva questo detto alla lettera.
Il piatto tradizionale per il raffreddore negli States è Chicken Soup, beh, a casa mia no!
Il piatto che cucinava mia mamma e che poi è diventato uno dei piatti preferiti è: Durelli di pollo con le patate!
Era diventato il mio tocca sana.
"Mamma sto male!"... Mia mamma " Ti faccio un piatto di durelli!"
"Mamma il compito è andato malissimo."...lei " Mi dispiace, ti preparo un piatto di durelli!"
"Mamma ho vinto il torneo di karate!...Lei " Bravissimo, ti preparo un piatto di durelli!"
Una volta sono venuti dei miei amici a trovarmi a casa e mia mamma ha preparato....I DURELLI!!!!
Quando vado a trovare i miei, mia mamma mi fa trovare una casseruola di durelli. Insomma forse è il piatto che, agli occhi di mia mamma, meglio mi identifica. Non è lusinghiero ma è gustoso!
E' comunque l'accoglienza più bella che posso ricevere quando torno a casa dai miei.
Ogni volta che preparo questa pietanza, mi viene automatico chiamare mia mamma. Ormai io e mia mamma siamo legati a vita dai durelli!

Ingredienti:

Una Vaschetta di Durelli di Pollo
1 cipolla bianca (oppure 6 cipolline)
1 carota
1 sedano
un barattolo di pelato
3 foglie di alloro
Sale, pepe e peperoncino QB








  Lava bene i durelli prima con l'acqua e poi tienili a mollo con un bicchiere di vino rosso per un'ora.
 







Fai imbiondire la cipolla con un filo d'olio.




 


Aggiungi i durelli e falli rosolare. Lasciali cuocere per 30 minuti a fiamma moderata.
 
Adesso puoi aggiungere la carota e il sedano tagliati a dadini, l'alloro, il pelato. Lascia cuocere per altri 10 minuti mescolando il tutto.
 
 
 






Aggiungi le patate tagliate a pezzi grossi, sale, pepe e peperoncino copri e lascia cuocere per 30 minuti.








Se noti che il sughino si sta asciugando troppo, puoi aggiungere un bicchiere di brodo o semplicemente dell'acqua.

Ricordati di fidarti sempre dei tuoi sensi e di assaggiare sempre per capire il bilanciamento dei sapori.

Enjoy!
-F

martedì 18 dicembre 2012

Pieno come un Tacchino!!!







Prepararci per natale era sempre divertente. Più crescevamo e più capivamo l'importanza di non toccare le decorazioni che andavano sull'albero, ne tanto meno di prendere iniziative su dove posizionarli.
Mia mamma aveva e ha tutt'ora un suo metodo nel posizionare l'albero nella sala, e cioè vicino alla finestra così si vede anche da fuori, di avvolgerlo con le luci bianche calde usando 10 fili di luci da mille luci ciascuno per riempire l'albero rendendolo visibile anche dalla luna.
Le decorazioni dell'albero non erano giocattoli per bambini, erano decorazioni da collezione che potevamo solo ammirare accompagnati da un adulto (lei) oppure da lontano...tanto che ha voluto comprare un mini recinto che circondava l'albero e i regali che rendeva il tutto off limits...avete presente Area 51 nell'Arizona? beh era più facile oltrepassare quel recinto lì che avvicinarsi alle statuette appese di mia mamma.
Ogni decorazione aveva (e ha) la sua posizione, e se ti offri di aiutarla, lei gentilmente accetta l'aiuto chiedendoti di rimuovere le scatole vuote da lì e di metterle in garage.
Insomma niente da fare, l'albero toccava (e tocca) a lei...
Le decorazioni esterne erano tutt'altra storia! Pareti intere illuminate! Babbi Natali gonfiabili di 5 metri esposti fuori, renne illuminate sul tetto! Riuscivamo a creare una sorta di Las Vegas!
La sera bisognava fare la ronda 30 minuti prima di andare a dormire per staccare ogni spina di ogni decorazione.
Strano che non sia venuto in mente a mio papà di creare un interruttore unico per tutti questi balocchi.
Le festività non si limitavano alle decorazioni stratosferiche, ma anche in cucina c'erano scintille. Ad accompagnare questo spirito natalizio c'era un menu elaborato che faceva invidia a qualunque buffet di Las Vegas! Il tacchino era il protagonista della tavola.
Io voglio presentare la mia versione del tacchino ripieno.
Adesso anche io ho creato la mia tradizione condividendo questo piatto e questa gioia con le persone a cui più voglio bene!

Tieni presente che il ripieno può essere di qualsiasi cosa, quindi se fate questa ricetta, sbizzarritevi!


Ingredienti:
Tacchino (7 kg per 15 persone)
fettine di lardo (500g per avvolgere il tacchino)
aglio
pepe nero
sale

Ripieno
1 cuore di sedano
1 cipolla bianca
500 g di castagne
350 g di albicocche secche
200 g di prugne secche
2 mele renette
6 foglie di salvia fresca
6 fette di Pancarrè senza crosta (le ho fatte asciugare un po' sui termosifoni)
burro








Preparazione qualche giorno prima.
Ordinare un tacchino (preferibilmente femmina). In questa ricetta ho utilizzato un tacchino di 7 kg per 15 persone.
Bolli le castagne. Sgusciale e tienile in frigo.

Un giorno prima:
Sfiamma sul fuoco il pennuto per pulirlo dalle piume rimaste e lavalo bene.
Droga il tacchino con aglio, pepe nero e sale, massaggiandolo bene per intenerire la carne, interno e esterno.









Metti a mollo le albicocche secche in acqua calda (non occorre scaldare l'acqua)
Metti a mollo le prugne secche con acqua calda.

Il giorno della preparazione (calcola mediamente 1 ora di cottura per chilo di tacchino)

In una padella scogli il burro e fai intenerire il sedano, la cipolla. A metà cottura aggiungi la mela mondata e la salvia.


















Taglia le albicocche e le prugne a pezzettoni e monda l'altra mela tagliandola a pezzettoni.

In una ciotola ampia, aggiungi il contenuto della padella, le albicocche, le prugne, la mela e il pancarrè tagliato a pezzetti.

Mescola il tutto.









(il mio tocco personale all'ultimo minuto è stato quello di aggiungere un bicchierino di vinsanto e dei pistacchi pestati)

Riempi il tacchino prima dal collo. Usa la mano e un cucchiaio. Lasciati un pò di spazio per cucire l'apertura, altrimenti fuoriesce tutto.















Poi, sdraia il tacchino e riempilo dall'altro lato...

Una volta ripieno, cuci il tacchino da entrambi i lati.










Se dovesse avanzare del ripieno, lo si può comunque servire in una ciotola a parte.

Lega le zampe e le ali, e metti un pò di burro tra le cosce e le ali.










Accendi il forno a 180° ventilato.



Poni il tacchino nella teglia e avvolgi con il lardo la superficie superiore.













Copri con l'alluminio e inforna.

Ogni tanto dagli un'occhiata e bagna il tacchino con il sughetto che si forma in fondo alla teglia.


Cuoci a 180° per un'ora. Abbassa la temperatura a 150° per il restante tempo (nel caso del mio tacchino altre 6 ore). Gli ultimi 30 minuti lo fai cuocere senza alluminio.

Enjoy!!!
-F

giovedì 22 novembre 2012

Non è Orata tutto quel che Luccica!




La vita scolastica procedeva normalmente. Dalle medie sono passato al liceo ma purtroppo in un'altra zona. Mio papà stava aprendo un altro ristorante in un'altra area di Houston.
Questa volta il trasferimento era abbastanza breve, si trattava solo di 50 km, ma questo implicava cambiare casa, scuola e amici.
Le mie sorelle nel frattempo si erano trasferite in Italia e studiavano in un collegio in Calabria in riva al mare.
Mi sono ritrovato figlio unico d'un tratto.
Questo significava, non aver mia sorella che mi sveglia all'ultimo minuto per dirmi che sta arrivando l'autobus e poi bloccarlo finchè non arrivassi io di corsa, oppure falsificare la firma dei miei genitori quando arrivava la pagella. Insomma non avevo più la mia spalla, il mio complice.
Iniziava un nuovo capitolo della mia vita. Acquisivo più indipendenza, e con la mia indipendenza è arrivata anche la mia patente!!!
16 anni e finalmente dietro la guida di un'auto!
mi immaginavo sul Route 66 con il tettuccio aperto, e Depeche Mode alla radio e di fronte a me una strada libera che mi portava verso la California per realizzare il mio sogno di diventare attore!!!! (vedi racconto "A star is forn" che mi vede nel ruolo di un cetriolo).
I miei invece avevano altri progetti!
Ero diventato il nuovo fattorino per il ristorante. Dovevo consegnare le pizze con la mia macchina nuova!!!
Avevo poco tempo per dedicare al mio sogno (partire per la California) perchè le consegne delle pizze dovevano avvenire entro 30 minuti dall'ordine altrimenti erano gratis.
Insomma ero un pesce in un acquario! Vedevo la mia libertà attraverso un vetro, il parabrezza della mia auto!
A questo proposito ti propongo una ricetta a base di pesce.


Ingredienti:
2 Orate sfilettate (fattele sfilettare dal pescivendolo se non riesci a farlo per conto tuo)
150 g di Pancetta Toscana dolce ( puoi prendere una fetta da tagliare a cubetti, oppure già delle striscioline da tagliare in tre pezzi)
150 g di cipolline
200g di Piselli (freschi o surgelati)
foglie di basilico
timo fresco
foglie di melissa
olio extra vergine d'oliva
sale qb
pepe qb














Lava bene i filetti togliendo le lische e ripulendoli dalle squame. Pratica delle incisioni trasversali ad 1 cm di distanza l'una dall'altra.









Prendi un foglio di pellicola trasparente e poni il filetto sopra.

Aggiungi alcune foglie di basilico lavate, alcune foglie di melissa lavate, sale, pepe nero e un filo d'olio extra vergine d'oliva.














Sigilla bene e lascia riposare. Esegui questa procedura per ogni filetto. (io li ho avvolti due volte per sicurezza)












Metti una pentola con l'acqua a bollire.


Prendi la pancetta e tagliala a cubetti oppure a strisce più piccole.

Falle friggere con un pò d'olio in padella per circa 10 minuti.










Toglila dalla padella e scolala su carta assorbente.










Nella stessa padella della pancetta, metti a dorare le cipolline con il timo (io le ho tagliate in quattro perchè erano troppo grandi)











Una volta che si siano dorate bene e sono tenere, puoi aggiungere i piselli e la pancetta per 6-8 minuti a fuoco lento.  Aggiungi il sale e pepe. (regolati assaggiandoli)


 

Quando l'acqua inizia a bollire, abbassa la fiamma e metti i filetti al cartoccio nell'acqua. Lascia cuocere per circa 10 minuti a pentola coperta. ( è come cuocerlo a vapore ma con i profumi).


















Una volta cotto il pesce, alla base del piatto metti i piselli con la cipolla e la pancetta e sopra mettici il pesce con la pelle rivolta verso l'alto.
Spolvera con dell'altro sale e pepe, e un filo d'olio a crudo.












Enjoy!!
-F



mercoledì 7 novembre 2012

Thanksgiving Carrot Cake




Il nostro primo thanksgiving nel sud degli Stati Uniti doveva essere speciale. Avevamo nuovi amici, una famiglia di Taranto che viveva a Houston, e come noi, anche essi erano sposati con la ristorazione. Era una famiglia simpatica, anche le tre figlie erano uno spasso. Mio papà decise di chiudere il risotrante per trascorrere la giornata insieme. Il ristorante si trovava nel downtown Houston vicino alla Galeria, un mega centro commerciale dotato di pista da ghiaccio.
I nostri genitori ci lasciarono alla pista mentre loro andarono per negozi.
Era la mia prima esperienza con le lame ai piedi. Ero in un'età dove già a fatica e goffamente stavo in piedi. Avere 13 anni è un dramma per tutti credo, i miei mi vedevano crescere, io mi ritrovavo con dei peli che spuntavano senza uno schema preciso, questa era madre natura che si divertiva a tirare manciate di peli e vedere dove cadevano. La voce che diventava più fastidiosa di quella di Elena Santarelli o di Raffaele Tonon, mentre cercavo di parlare normalmente, partivano degli acuti da spaccare la cristalleria di mia mamma. I piedi erano un pò più grandi delle gambe portandomi a camminare come Pippo, l'amico di topolino! Insomma, uno dei pochi periodi  in cui mi sarei seppellito per poi riemergere a 16 anni con un'identiità più chiara.
Quel pomeriggio, la figlia più grande, vedendomi molto impacciato, in tutti i sensi, a mia sorpresa, mi prese per mano e facemmo il giro della pista insieme mano nella mano. Non capivo niente, stranamente il cuore iniziava ad accellerare, e iniziavo a sudare, ho pensato ad una crisi asmatica oppure a delle palpitazioni cardiache...
Oddio! che mi sta succedendo, lei continuava un pò a tirarmi intorno all pista, non molto lontano, la sorella più piccola faceva figure artistiche in mezzo alla pista e le mie sorelle ridevano per conto loro.
Continuavo a sudare, mi girava la testa, il cuore batteva sempre di più,...le lame ai piedi non facilitavano le cose, e mi mordevo l'interno della bocca per non far vedere quanto soffrivo!
Questa sofferenze/confusione finì con l'arrivo dei nostri genitori per dirci che era ora di andare a cena.
Il ristorante era tutto a base di pesce, con un buffet degno di quelli che si trovano a Las Vegas! C'era di tutto, dalle zuppe, i diversi tipi di pesce, crostecei, e dolci a volontà! Per la prima volta assaggiai una fantastica Torta alla Carota!
Fu quella sera che diedi il mio primo bacio...

Vorrei proporre la Ricetta della Carrot Cake!

Ingredienti:

500g di carote grattugiate
400 ml di olio di girasole (oppure di riso)
400g di zucchero di canna (per dare quel colore scuro)
6 uova
350g di Farina
1 bustina di lievito per dolci
20g di bicarbonato
5 cucchiai di cannella ( io tendo ad esagerare con la cannella perche mi piace)
1 cucchiaino di sale
 mezzo cucchiaino di noce moscata







 
 
Grattugia le carote e mettile da parte.
Accendi il forno a 180°
Imburra e infarina una tortiera da 26 - 28 cm ( io metto la carta da forno alla base)
 
In una ciotola metti insieme la farina, il lievito, la cannella, il bicarbonato, il sale e la noce moscata.
 
 
 
 
 
 

 
 
In un'altra ciotola metti l'olio e lo zucchero e sbatti con lo sbattitore finche non si sarà sciolto lo zucchero.
 
Adesso aggiungici le uova e continua a sbattere fino ad ottenere un composto gonfio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Aggiungi al composto le polveri (farina etc.) passandole nel setaccio.
 
 
 
 

 
 

 
 
Una volta che hai ottenuto un composto omogeneo aggiungici le carote grattugiate.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Inforna  per 45- 50 minuti.
 
 
 
 
 
 
 
 

Sforna e fai rafreddare.

 
 
 
 
 
 
 

Per la Farcitura vedi la farcitura dei cupcakes:

250g Philadelphia
250g di zucchero a velo
1 buccia di arancia grattugiata
1 busta di vaniglina
100 g di burro ammorbidito

tutto sbattuto insieme con lo sbattitore e lasciato raffreddare.

Quando la Torta sarà fredda puoi tagliarla a metà per creare il doppio strato.


 









Copri tutta la torta con la glassa e servire!

















Enjoy!
-F